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Tratta dal discorso tenuto in occasione del 40°
anniversario
di ordinazione sacerdotale di Don Stefano.
Che cosa vi debbo raccontare di questi quarant'anni passati nel Sacerdozio?
Ognuno di noi preti ha un compito nell'assemblea dei confratelli e dei fedeli:
i1 mio compito é stato quello dell'asino, e mi spiego. C'era un pastore
che tutte le mattine portava al pascolo le pecore, le quali dovendo passare
per una zona cespugliosa, lasciavano tutti i giorni un po' di lana sui rovi.
Un amico dice al pastore: "Tu hai l'asino, quindi, manda lui davanti alle
pecore così allarga il buco della siepe e loro non perdono più
la lana". Questo é il destino dell'asino. Io mi sono sempre avventurato
ad aprire strade nuove (come l'asino) e ad allargare passaggi. Naturalmente
chi dice certe verità dieci anni prima é guardato con sospetto
e facilmente si "becca" delle legnate o delle "lavate di capo", per cui
nell'asino, da parte dei benpensanti, e a volte da parte dei confratelli,
non si vede colui che ha aperto una strada nuova, o si é sforzato
di aprire una strada nuova, ma colui che é stato "legnato" e rimproverato.
Dopo alcuni anni però, i fatti hanno dimostrato che il torto dell'asino
era quello di aver avuto ragione qualche decennio prima delle truppe e dei
suoi tranquilli generali. Ora su quella strada aperta dall'asino passano
anche i cavalli tutti bardati, ricevendo non lavate di capo, ma riconoscimenti
e lodi. Pazienza! L'importante é l'essere i precursori, gli asini
di Gesù, spianarGli la strada affinché Lui possa entrare nei
cuori di tutti: grandi e piccini.
L'altra caratteristica del mio sacerdozio sono stati i ragazzi. Volevano
tenermi in Seminario a fare il professore, ma ho preferito l'oratorio e i
ragazzi. Ho fatto l'assistente dell'oratorio per 23 anni, poi venendo a risiedere
qui, nella vostra Parrocchia, ho preparato sussidi musicali e catechistici
per i ragazzi degli oratori, per i loro animatori, visto che la fantasia
e l'estro non mi mancavano, affinché tutto il messaggio del Vangelo
fosse veicolato nella gioia, che è la strada più sicura per
entrare nel cuore dei ragazzi. Guardate che non è stato, e ancora
adesso non è semplice incidere, far stampare i sussidi, come ho fatto,
e quasi sempre a mie spese. Ringrazio comunque quelli che capiscono il mio
lavoro e che mi aiutano anche economicamente.
Da ultimo il Signore mi ha dato il dono dell'ispirazione musicale. Diceva
Beethoven: "La melodia non è frutto della tecnica ma è un dono
di Dio". Lo Spirito Santo ispira le parole, e lo stesso Spirito Santo ispira
la musica, e quando una musica è ispirata, rimane nel tempo, perchè
anch'essa é Parola di Dio e "le Sue Parole non passeranno". La musica
mi ha sempre fatto compagnia, o meglio, il Signore mi ha sempre fatto compagnia
attraverso la musica, ascoltata e più ancora suonata e il meglio della
musica antica l'ho trascritta, in modo facilitato ma fedele, per i giovani,
affinché anch'essi non rimangano soli (oggigiorno i ragazzi dicono
di essere soli...., c'è qualcosa che può far compagnia insieme
al Signore: la musica), o peggio, nell'ozio che é il padre dei vizi.
Chiudo con i ringraziamenti.
Ringrazio, insieme a voi, il Signore per quello che ho ricevuto attraverso
i miei genitori: una fede forte da mio padre, fede che mi ha fatto essere
cristiano e prete, e tante preziose doti umane, come la fantasia, il sentimento,
l'umorismo, da mia madre, dotata di una grandissima attenzione e intelligenza
pratica. Ringrazio il Signore per la formazione del carattere ricevuta in
tanti anni di Seminario e per l'esempio di Sacerdoti tutti "d'un pezzo" come
Mons. Magnaghi e don Carlo Dameno di S.Pietro in Sala e di don Stefano Rovellini
e don Pietro Uggeri del Fopponino, che mi hanno accompagnato all'Altare nel
giorno della mia prima S.Messa (scendendo poi nel salone sotto vedrete che
ci sono le testimonianze fotografiche). Ringrazio tutte le persone che mi
hanno fatto "crescere" e chiedo scusa e perdono a quelli cui involontariamente
ho recato inutili sofferenze. Grazie a voi tutti, alla cantoria: è
bello vedere e sentire dei giovani che cantano con entusiasmo; il Signore
giudica non tanto dalle intonazioni (che oggi peraltro sono state buone)
ma dal cuore col quale si canta. Ringrazio don Leonardo che ha voluto preparare
questo riconoscimento, questo momento di festa per tutti noi, e ringrazio
tutti i Sacerdoti della nostra Parrocchia. E a me, e a voi che festeggiate
l'anniversario del vostro matrimonio, auguro almeno cinque anni ancora della
nostra simpatica compagnia. |