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COMPLESSO DI INFERIORITA? NEI RIGUARDI
DEI CONSERVATORI STATALI?
In occasione dell?articolo di Mimmo Muoio sul giornale
?Avvenire? del 5.12.2001 circa il ?Progetto promosso dalle C.E.l.:
Musica liturgica: si riaprono le porte dei Conservatori?, vorrei fare
altre considerazioni.
Ho la vaga impressione che da parte nei nostri ambienti e scuole musicali
cattoliche ci sia un complesso di inferiorit? nei riguardi dei Conservatori
statali.
Premetto che tanti Conservatori di musica, statali, sono stati il frutto del
latrocinio ci Napoleone Bonaparte che ha requisito diverse istituzioni
private religiose, facendole diventare propriet? della Repubblica Cisalpina
(tanto per citare: in quel di Milano, l?attuale Conservatorio di Musica,
la Chiesa di San Maurizio, la Scuola d?Arte di Brera, la Basilica di San
Paolo - adibita in questi anni, per la sua meravigliosa acustica, a sala di
registrazione).
La maggior parte delle scuole di musica sono anteriori al 1800 e sono state
istituite e mantenute da ambienti religiosi.
Non dimentichiamo che l?origine dell?iniziativa e del nome stesso di
?Conservatorio? risale alle Istituzioni di carit? dei secoli XIV-XV in
cui venivano ospitati orfani e bambini poveri da avviare a una professione.
La musica costitu? inizialmente una delle principali materie di
insegnamento impartita allo scopo di preparare elementi validi per i cori di
Chiesa.
Le pi? antiche istituzioni di questo genere furono quelle veneziane dette
?Ospedali?, sorte a partire dal ?400 (Ospedale della Piet?), e
napoletane del ?500 (Poveri di Ges? Cristo, Santa Maria di Loreto, etc.).
Dopo queste premesse devo ricordare un fatto estremamente increscioso: i
cari amici anticlericali, anni addietro, hanno fatto una proposta di legge
per la quale il documento ufficiale per poter insegnare musica nelle scuole
italiane doveva essere considerato solo quello rilasciato dai Conservatori
statali di musica. I deputati democristiani di allora non si sono accorti
del tranello e hanno votato a favore di tale legge (beata ignoranza o
leggerezza?). Sta il fatto che diversi insegnanti di musica che avevano
diplomi rilasciati da nostre scuole musicali di antica preparazione e
tradizione cristiana, come quelle di Venezia, Roma e altre citt? italiane,
si sono trovati spiazzati e senza alcun documento ufficiale per poter
insegnare. Venivano cos? privilegiati gli insegnanti che provenivano da
Conservatori statali.
Una buona parte di essi, gi? in quegli anni, erano di tendenza non proprio
favorevole all?ambiente religioso. Vedi anche i libri di testo musicale di
allora, dove la voce ?popolare? era esemplificata dai canti di lotta
degli ?lntillimani? e dai canti rivoluzionari alla ?Che Ghevara?.
A tutto questo si aggiunge che, sempre in quel periodo, i brani musicali
specificatamente religiosi, venivano sistematicamente messi in secondo piano
per non fare, implicitamente, propaganda religiosa.
La storia musicale, poi, raccontata dagli insegnanti, non era molto
aggiornata sulle recenti scoperte musicali religiose. Un esempio: la
scoperta in una biblioteca, sepolta sotto la sabbia, del 100 A.C. del libro
dei Salmi ebraici corredati di notazioni musicali e realizzati poi,
all?Universit? di Gerusalemme dalla Prof. Ventur?.
Da tali Salmi emerge chiaramente che la polifonia era gi? conosciuta ed
eseguita, fin da allora, dal popolo ebraico e, quindi, non ? un fenomeno
che si ? formato in Italia dopo il cosiddetto Medioevo (come si insegna al
Conservatorio).
Oggi le cose sono un po? cambiate: gli interpreti del bel canto non
abboccano pi? a una subdola propaganda antireligiosa e mettono nei loro
programmi tanti brani religiosi da tempo trascurati. Tutto questo fa
piacere. Il riavvicinamento tra gli alunni delle nostre antiche scuole e
quelli dei Conservatori pu? riempire una lacuna sulla musica religiosa che
si ? protratta per troppi anni. L?apporto reciproco sar? validissimo
perch? i Conservatori, stimolati dalla nostra storia e cultura musicale
liturgica e religiosa, completeranno la loro conoscenza di tutto il fenomeno
musicale nei secoli, fenomeno religioso compreso. E le nostre organizzazioni
musicali potranno avere quella rifinitura e quadratura che ? sempre stata
la caratteristica del Conservatori.
don Stefano Varnav?
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